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Gay & Bisex

Tommaso scopre il godimento 6


di Uonder24
01.06.2025    |    18    |    0 8.7
"Quella sera il clima era un po più fresco..."
Quel giorno, i tre ragazzi avevano deciso di lasciarsi le famiglie alle spalle e passare del tempo da soli, in riva al mare. Il sole già scaldava la sabbia quando raggiunsero la spiaggia in tarda mattinata, un angolo tranquillo e appartato, dove il vento sapeva solo parlare con le onde. La notte di intenso sesso appena passata li aveva uniti in un modo nuovo, intenso. C’era un senso di complicità e una tensione sessuale palpabili tra loro, come se qualcosa fosse cambiato — non solo nel corpo, ma anche negli equilibri invisibili che regolavano il gruppo.
Tommaso, che nei giorni precedenti era sembrato il più riservato e trascinato in quei giochi, ora sembrava muoversi con una sicurezza nuova. Lo sguardo deciso, i gesti più marcati, quasi inconsciamente aveva preso le redini del trio. Si sentiva ammirato, voluto e ricercato. Stefano e Diego lo seguivano con naturalezza, come se quel ruolo gli spettasse da sempre.
Diego, invece, si mostrava più docile, più incline ad assecondare i due amici, spesso con sorrisi silenziosi e sguardi che parlavano da soli. Era come se quella notte avesse liberato qualcosa dentro di lui. Si sentiva soggiogato dall’avvenenza dei due amici e desiderava solo che quei momenti di attenzione verso di lui non terminassero mai.
Giocarono per ore tra acqua e sabbia: lanci, rincorse, risate. I contatti fisici, le spinte, gli abbracci a metà tra gioco e tensione sembravano naturali, ma non erano del tutto innocenti. I corpi si cercavano, e ogni sfioramento pareva voluto, carico di un’intimità che non era solo quella di amici. Quando si sdraiarono sulla sabbia, stanchi ma appagati, i loro corpi restavano vicini, intrecciandosi in modi che parlavano di desiderio, di curiosità e di qualcosa che non aveva ancora un nome preciso, ma che tutti e tre sapevano che la sera si sarebbe trasformata nel sesso più sfrenato e carico di odori ed umori maschili. Il sole calava lento, ma il calore tra loro non accennava a diminuire.
Nel pomeriggio, dopo ore passate tra giochi e risate, l’atmosfera si fece più rilassata. Sdraiati sulla sabbia tiepida, con il mare che continuava a respirare poco distante, i tre rimasero a guardare il cielo mutare lentamente colore. Il silenzio che si era creato non era imbarazzante, ma denso, carico di un'intimità.
Fu Diego, come spesso accadeva, a rompere quel momento sospeso. «Sai, Ste,» disse con tono disinvolto, voltandosi verso l’amico, «dovresti provare anche tu a… beh, a prendere il cazzo di Tommaso in culo.» Stefano sollevò lo sguardo, sorpreso, incerto se ridere o arrossire. «Eh? Ma… tu dici sul serio?»
Tommaso non sembrò affatto imbarazzato. Al contrario, sorrise con una calma quasi orgogliosa. «Perché no? Io penso che il piacere vada condiviso. E il mio cazzo può far godere entrambi.» Stefano si voltò su un fianco, osservando entrambi. «Non lo so… sinceramente, non sono sicuro che mi piacerebbe. Voglio dire… soprattutto con uno come te, Tommaso. Non sei proprio… piccolo.»
Diego rise piano, scuotendo la testa. «È proprio quello il bello. Ti senti… pieno, sì. Ma anche completamente dentro qualcosa che ti travolge. È difficile da spiegare, ma è qualcosa che ti cambia. In meglio.»
Il tono leggero e confidenziale non bastò però a nascondere la tensione che si stava formando. Stefano si fece più serio. «Aspetta… ma quindi quello che facciamo io e te, Diego, non è abbastanza, non ti soddisfa?» Diego sollevò le mani in segno di pace, ancora sorridendo. «Ma dai, Ste, non fare così. Non è una gara. È solo che... con Tommaso è diverso. E anche tu potresti scoprirlo, se vuoi.» Tommaso li osservava entrambi, silenzioso ma visibilmente divertito, come se quella situazione gli desse una certa soddisfazione. «Ragazzi, se vi state litigando il mio corpo, vi dico solo: c’è spazio per tutti.»
E con quella battuta, le risate ritornarono. Ma sotto, qualcosa si era mosso: una linea invisibile era stata superata. Le relazioni tra loro non erano più semplici. Ma forse, proprio in quella complessità, stava il loro legame più profondo.
Rientrarono giusto in tempo per la cena, con ancora addosso il sale del mare. I genitori e i parenti già li aspettavano in veranda, tra profumi di grigliata e chiacchiere che si accavallavano. Si infilarono rapidamente in casa per fare la doccia, uno alla volta, tra risate e piccoli dispetti nei corridoi stretti della casa.
Diego uscì per primo, i capelli ancora gocciolanti, e si mise dei pantaloncini chiari e una t-shirt un po’ sgualcita. Stefano lo seguì, shorts corti e una polo leggera. Ma fu Tommaso, come sempre, ad attirare l’attenzione: una canotta colorata che faceva risaltare l’abbronzatura dorata e lasciava intravedere i contorni decisi delle spalle e del petto. Sembrava quasi brillare. Durante la cena, i tre ragazzi risero spesso, si scambiarono occhiate rapide, e ogni tanto una gamba sfiorava l’altra sotto il tavolo. C’era un’energia silenziosa tra loro, qualcosa che non si diceva ma si sentiva fortissimo. Verso le dieci, furono proprio le due cugine a proporre una veloce uscita per un gelato. Nessuno si fece pregare. In pochi minuti erano già fuori, attraversando il lungomare tra le luci dei lampioni e il profumo del mare notturno.
Diego camminava a fianco di Tommaso e sembrava più agitato del solito. Ridacchiava per nulla, lo guardava spesso, e ogni tanto gli dava piccole spinte sulla spalla, come se avesse troppa energia dentro per riuscire a contenerla. Stefano, da parte sua, osservava in silenzio, come se stesse cercando di capire qualcosa anche dentro di sé. Il gelato fu veloce, quasi un pretesto. Tornarono verso casa prima di mezzanotte, ma l’aria era ancora tiepida, e il cielo punteggiato di stelle sembrava promettere qualcosa. Diego era il primo a spingere per rientrare in tenda, con un sorriso che parlava più di mille parole. Sperava, forse, che quella notte non sarebbe stata diversa dalla precedente. O forse… che sarebbe stata anche di più.
Appena rientrati in tenda i ragazzi chiusero l’apertura. Quella sera il clima era un po più fresco. Accesero una delle torce. Diego si tolse immediatamente i vestiti, non indossava nemmeno le mutande. “Non vedevo l’ora di stare nudo, di togliermi tutto” disse perentorio. Si sdraiò sul lettino, il suo cazzo era già barzotto e cominciò a toccarselo voluttuosamente. Tommaso e Diego non attesero molto e anche loro si liberarono dei vestiti. Entrambi erano già semi duri e iniziarono a menarselo per farlo diventare di marmo. Diego invitò i due amici a mettersi ai due lati, prese in mano entrambi i cazzi ed iniziò, li afferrò ed iniziò ad accarezzarli e masturbarli.
Tommaso e Stefano si abbassarono ancora un po’ in modo che Diego potesse accedere ad entrambe le erezioni con la bocca. Iniziò prendendo in bocca il cazzo di Tommaso. Da subito ne succhiò la cappella per poi scendere lungo tutta l’asta ed iniziare una ciucciata avida e vogliosa. Sembrava che non ne potesse fare a meno. “Sì, così, succhialo tutto!” disse Tommaso per incitarlo. “Guarda quanto gli piace ciucciare e leccare” replicò Stefano. Ad ogni parola che usciva dalle loro bocche Diego rispondeva con dei mugolii ed intensificava la presa con le labbra ad avvolgere il cazzo. Poi passò direttamente al cazzo di Stefano, ingoiandolo tutto di un botto e spingendoselo già in gola. Stefano per un attimo sussultò sentendo tutta la pressione sulla sua cappella. Diego lo estrasse e rivoli filanti di bava colarono dal cazzo di Stefano. Riprese fiato e tornò a succhiarlo mentre Tommaso, segandosi, si spostava un po più in la ed iniziava un dolce massaggio alle palle di Diego, con una mano, mentre con l’altra iniziava ad esplorare la zona del perineo. Istintivamente Diego alzo le gambe per mettere in luce il suo buco. “Seti come è umido qui” disse Tommaso portandosi le dita al naso.
Le portò di nuovo verso Diego ma stavolta scese un po’ ed iniziò a stuzzicare ed accarezzare il buchetto. Diego non fu insensibile a questo tocco. Mugolò ed iniziò a muovere un po il bacino. “Fammi vedere” disse Stefano. Così si sposto davanti al culo di Diego e ne sollevò le gambe. Diego mostrò una enorme flessibilità dato che Stefano risucì ad aprigliele e poi portargliele quasi contro il petto. “Il buco pulsa”, sostenne Stefano, “ora ci infilo il mio cazzo”. Con un colpo netto lo infilò quasi tutto e poi iniziò a scoparlo. Diego lasciò uscire un sospiro lungo, quasi tremante, mentre i suoi muscoli si adattavano al ritmo di Stefano.
Tommaso nel mentre si riavvicinò a Diego che afferrò di nuovo il suo cazzo e prese a masturbarlo furente. Diego gemeva mentre Stefano sopra di lui lo stantuffava con prestanza. “Prenditi cura del mio amico, dai” fece Diego rivolto a Tommaso. Ci fu uno sguardo di intesa e Tommaso capì a cosa si stesse riferendo Diego.
Tommaso si spostò dietro Stefano intento ritmicamente ad aprire la pesca succosa di Diego. Mentre il suo culo si muoveva ritmicamente su e giù, Tommaso fece colare un bel po di saliva nella sua fessura e poi inizio con il dito a spalmarla tutta all’interno. Si abbassò e affondo la faccia nel culo di Stefano mentre questo continuava a muoversi. Stefano, eccitato come era, non ci fece troppo caso, fino a che Tommaso spinse il suo bacino contro Diego fermando il ritmo della scopata. “Cosa fai?” chiese Diego tra lo stupito e l’allarmato. “Non ti preoccupare Ste, ora portiamo il godimento ad un altro livello”. Cos’ dicendo Tommasi poggiò la punta della cappella sul buco di Stefano. “No, dai, mi farai male!”. “Stai tranquillo Ste, vedrai che così avrai doppio godimento”. Così parlo Diego sollecitando l’amico a godersi il momento.
Tommaso spinse, violando il buco vergine di Stefano. Entrò con tutto il cazzo provocando un urlo soffocato dell’amico. Diego, in quel momento, afferrò con le mani la faccia dell’amico sopra di lui. “Rilassati, ti farà godere tantissimo. Accogli il suo cazzo e riprendi a scoparmi”. Stefano riprese pian piano a scopare il culo di Diego e Tommaso iniziò a seguire il ritmo di Ste per scoparlo a sua volta. Stefano sentiva pienamente tutto il cazzo di Tommaso, era davvero lungo e possente e si chiedeva come il piccolo buco di Diego avesse potuto accoglierlo più volte.
Tommaso prese l’iniziativa iniziando a scopare più vigorosamente Stefano. Il 15enne iniziò a gemere e a spingere il suo bacino su Diego. Dopo poco più di un minuto i suoi gemiti e i suoi respiri si fecero più intensi, e avvertì Diego che stava per arrivare. “Sì, riempimi tutto” disse Diego con voce suadente, quasi da troietta. Stefano scaricò un poderoso carico di sborra nel suo culo. Tommaso, incurante della cosa aumentò la scopata su Stefano che si dovette sdraiare completamente su Diego per reggere i colpi di fianchi dell’amico. Nel mentre il cazzo di Tommaso si smosciava ed usciva dal culo di Diego, subito seguito dalla colata di sborra che andava a sporcare il solito lenzuolo del materassino. I rantoli di Tommaso divennero sempre più primordiali finché si sentirono distintamente tre colpi del suo bacino contro il culo di Ste. Anche Tommaso scaricò tutta la sborra che aveva accumulato per la giornata. Rallentò fino a fermarsi sempre col cazzo nel culo di Ste. Stette per un attimo ad ammirare la situazione poi estrasse il cazzo fiero della sua opera: il buco di Stefano era bella aperto, la rosellina ben visibile e dei goccioloni di sborra cominciavano ad uscire ad ogni contrazione del buco.
Tommaso subito si distese sfinito sul materassino a fianco. Stefano invece si alzò in piedi toccandosi ripetutamente il buco per tastare l’apertura e raccogliere allo stesso tempo la sborra che ancora colava. Diego si spostò sul lato cercando di raggiungere il cazzo barzotto di Tommaso. Se lo infilò in bocca con un’avidità impressionante, cercando di succhiarlo e di ripulire ogni goccia di sborra sulla cappella. Nel mentre anche lui arrivava alla fine dell’eccitazione sborrandosi sulla pancia.
Come al solito spettò a Stefano prendere i tovaglioli per ripulirsi ma questa volta pensarono anche bene di ripulire gli umori sul lenzuolino e i materassini sin da subito.
Stefano poi si voltò aprendo le chiappe e chiedendo come fosse messo il suo buco del culo. Diego ridacchiò affermando che adesso era più aperto del suo. Si avvicinò e diede una veloce leccatina, gustando ancora un poco del sapore della sborra di Tommaso che era rimasto sulle labbra del buchetto.
“Ho sverginato due culi in due giorni”, disse Tommaso con fierezza. “Sei il nostro stallone”, affermò Diego cercando il contatto con il petto di Tommaso. Diego suggerì poi a Stefano di andare a recuperare qualcosa da bere, dato che la notte sarebbe stata probabilmente ancora molto lunga.
“Ci vado io”, disse Tommaso. “Anche perché mi scappa una mega pisciata”. Tommaso se ne uscì quindi dalla tenda mentre i due si sdraiarono per riposare un pochino.
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